Nadia Morbelli

Amin, che è volato giù di sotto

Spazio Blue Train, ore 22.00

Giunti editore

Amin, che è volato giù di sotto

A parlarne insieme all’autrice

Silvia Franceschi

A Bonassola, presso SPAZIO BLUE TRAIN accanto ai Bagni San Giorgio, via Fratelli Rezzano.

L’evento è organizzato da Spazio Blue Train e Bagni San Giorgio con la collaborazione de l’Eco di Levanto e della libreria Alphaßeta di Bonassola.

 

È una gelida sera d’inverno a Genova e Nadia Morbelli, uscita tardi dalla casa editrice, imbocca infreddolita un carrugio in discesa. All’improvviso è costretta a fermarsi: il passo le è impedito da quel che sembra un grosso sacco della spazzatura. Una volta vicina Nadia scopre con orrore che quel fagotto rannicchiato sul selciato è un ragazzo. Un ragazzo nero, morto. Sicuramente un clandestino. Forse un tossico. Probabilmente suicida.

Dopo lo choc iniziale, Nadia non può resistere alla tentazione di saperne di più. Insieme alla sorella del morto, brillante universitaria, avvia una personalissima indagine che la porterà a riabilitare Amin e a far luce su un fenomeno attuale e drammatico: il traffico di vaccini e farmaci scaduti o dannosi dall’Europa al Terzo mondo.

Fanno da vivace contorno alle sue investigazioni l’affascinante vicequestore Prini, i genitori e le amiche del cuore, un fidanzato presente a intermittenza, il chiacchiericcio, i personaggi e i paesaggi della provincia tra Genova e Ovada. E tanta buona tavola.

Con questo secondo romanzo Morbelli si inserisce di diritto tra i protagonisti del noir italiano e del giallo femminile e d’impegno: donna emancipata, autonoma, capace di godere di tutti gli aspetti della vita, generosa negli affetti, la protagonista affronta e risolve casi legati a problemi di estrema attualità come il traffico d’armi al centro del primo episodio e – ora – del commercio clandestino di farmaci.

Dopo Hanno ammazzato la Marinin, Nadia Morbelli conferma anche il suo gusto per una lingua personale frizzante, curatissima, condita con gustose parole gergali e dialettali (con tanto di glossario finale) che ne dimostra la maturità di scrittrice.

Nadia Morbelli è non solo il nome della protagonista della serie, ma anche il nom di plume dell’autrice, che vuol restare anonima; nata a Genova, dove si è laureata in paleografia, lavora in università, è redattrice in una piccola casa editrice e collabora con diverse riviste di settore. Vive  tra Genova e il Basso Piemonte, da cui parte della sua famiglia proviene. I momenti più belli della sua vita li trascorre in biblioteche polverose o viaggiando in giro per il mondo. Per Giunti è uscito il primo titolo della serie e suo romanzo d’esordio, Hanno ammazzato la Marinin.

A dialogo con l’autrice

“La ragione che mi ha spinta a scrivere? A scrivere romanzi? Penso che la più impellente sia stata dettata dal desiderio che non andassero a perdersi per sempre nel tempo, «come lacrime nella pioggia», direbbe Roy di Bladerunner, una quantità di piccole storie in apparenza senza importanza, ma in realtà pregne del senso primo dell’esistenza più vera. “

“La componente che mi intriga di più, nel processo della scrittura, è senz’altro il linguaggio: più della caratterizzazione dei personaggi, e più della trama stessa. Mi piace ‘esplorare i diversi ‘registri’, dal colloquiale al forbito, dal formale al familiare, passando per lo slang dei giovani, o ex-tali. E in particolare il linguaggio del ‘parlato’, quello che tutti utilizziamo tutti i giorni, con le sue pause, le sue inflessioni, la sua particolarissima sintassi. “

“Mi piacciono le storie ‘laterali’, marginali, quelle che nessuno scriverebbe mai ma che tutti amano ascoltare: i pettegolezzi sul vicino di casa, le peripezie del cugino del prozio che non abbiamo mai conosciuto ma che ha fatto il partigiano, o è stato catturato dai tedeschi, le vicende della nonna – mia, tua, sua: poco importa – che profumano di lavanda come i lenzuoli di una volta. Dev’essere perché la loro aerea leggerezza ci sa, come per incanto, liberare dai gravami della quotidianità.”

“Il mio rapporto con Genova? Non potrei vivere altrove!”

“In effetti nel romanzo – così come in quello precedente – si parla molto di cibo. Un po’ perché la cucina è una delle mie passioni, ma anche e soprattutto perché la considero una vera forma d’arte, capace di esprimere al massimo grado tutte le sfumature dell’animo umano, e di consolare quasi tutti i suoi dolori.

Mangiare è un po’ aprirsi al mondo, lasciarlo entrare in noi con i suoi sapori, i suoi odori, i suoi colori, perfino i suoi rumori. Diffido sempre dalle persone in dieta...”

“Cosa c’è di me in Nadia Morbelli? Tutto e niente... C’è molto del mio vissuto: un mix di ciò che sono, ciò che sono stata e ciò che vorrei essere. Ma anche di altri e altre che hanno percorso con me una parte del cammino, e con cui ho condiviso molto. Una sorta di personalità ‘multipla’ insomma, in cui immagino si riconoscano molte sui quaranta o giù di lì.”

 

Dopo il successo di Hanno ammazzato la Marinin, Nadia Morbelli è ora alle prese con un nuovo caso. Sullo sfondo, una Genova da togliere il fiato, il traffico illegale di farmaci pericolosi, la strana morte di un ragazzo di colore. Ha inizio la nuova indagine della redattrice-detective più appassionata e ironica del noir italiano.

Tag

Giallo femminile – Noir italiano – Terzo mondo – Immigrazione – Traffico di medicinali – Genova - Provincia

Hanno scritto del romanzo precedente

Una vera e propria prova di deflagrazione del genere. L’Indice dei libri

La Morbelli ha una vita troppo sgualcita per non risultare simpatica: una rivincita sulle donne belle e fortunate. Grazia

Nuova e ironica voce del giallo italiano. Corriere Nazionale

Presentazione libri

Spazio Blue Train

Via Fratelli Rezzano

.